2013/02/16

TERME DI SCIACCA: CALTAGIRONE NON MOLLA E FA PIGNORARE I CONTI BANCARI.

TERME, CONTI CORRENTI PIGNORATI. L'AZIENDA NON PUO' EFFETTUARE PAGAMENTI
Il blocco dei conti correnti non è stato promosso da fornitori, ma dall'ex consigliere di amministrazione, Salvatore Caltagirone.
17/02/2013 08.05
L'ex consigliere di amministrazione della Terme di Sciacca Spa, Salvatore Caltagirone, fa pignorare i conti correnti della società termale. Adesso la società è in difficoltà perchè non può disporre pagamenti. I due conti correnti sotto pignoramento sono quelli accesi alla Banca Intesa e all'Unicredit. Il Commissario Straordinario della società termale, Carlo Turriciano, ha già depositato, in Tribunale, l’atto di citazione in opposizione al precetto di Caltagirone.
La questione riguarda il compenso vantato dall’ex consigliere di amministrazione relativo al suo ruolo. Una somma di 44.713,70 euro. La Terme di Sciacca Spa, nel contempo, vantava crediti nei confronti del Caltagiorne per 19.282,50 euro “dovuti in virtù di fatture regolarmente emesse dalla società termale nei suoi confronti”.
Il Tribunale di Sciacca, a seguito di un decreto ingiuntivo, impose alla società termale di liquidare la somma complessiva di 25.431,20, oltre gli interessi legali. La società termale emise un assegno circolare di 13.864,50 euro in favore di Salvatore Caltagiorne, detraendo dalla somma al lordo “l’importo di 15.981,16 per ritenute fiscali previste dalla legge”. Agendo, cioè, “come sostituto d’imposta”. Alla cifra netta, la società termale ha aggiunto 4.413,96 euro quali interessi legali e spese legali, come richiesto dal legale del Caltagirone. Insomma, la società termale, sull’importo vantato dal Caltagirone, relativo alle indennità maturate come membro del Consiglio di Amministrazione, ha detratto le somme relative ai crediti vantati - e documentati dalle fatture emesse a carico di Caltagirone per servizi fruiti e che la società termale non ha considerato attinenti al ruolo di consigliere di amministrazione-, ha detratto le ritenute fiscali, ha poi aggiunto le spese legali e gli interessi legali. Sembrava una storia chiusa, un libro rimesso in libreria, magari destinato all’aggressione della polvere. Invece no. L’aggressione vi è stata e si è concretizzata con il pignoramento delle somme esistenti sui conti correnti della società termale aperti in Banca Intesa e Unicredito.
La somma congelata si aggira sui 70 mila euro. Una somma che risulta indispensabile alla società termale per operare. Una società che, in attesa che si concluda il processo di affidamento a privati delle gestione delle strutture termali, tira avanti con grandi sforzi. Il precetto promosso dall’ex consigliere di amministrazione, di fatto, mette in crisi la società termale. Bisogna attendere le date dell’udienza e incassare la decisione del giudice. La situazione, dunque, si complica sempre più.
A proporre il precetto, dunque, stavolta non è un fornitore, ma un ex amministratore della società termale.


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