2012/01/27

TERME DI SCIACCA, QUO VADIS? – NASCE IL FORUM PERMANENTE SULLE TERME DI SCIACCA


Per la nostra Associazione inizia da oggi una grande battaglia, certamente non nuova, perché da anni lottiamo affinché le nostre Terme non siano abbandonate e lasciate degradare per poi svenderle a chicchessia.

Il primo passo sarà la creazione di uno spazio sul web denominato TERME DI SCIACCA, QUO VADIS? (termedisciacca.blogspot.com) il cui nome è ispirato dal titolo dell’opera letteraria dello scrittore polacco Henryk Sienkiewicz. La nuova piattaforma informatica servirà come embrione per lo sviluppo di una comunità, non soltanto virtuale, che vuole essere attivamente partecipe alle scelte che saranno effettuate relativamente ad una risorsa economica importante del nostro territorio e dunque al suo sviluppo economico e sociale. A volere fortemente l’istituzione del Forum permanente sulle Terme di Sciacca sono il Corriere di Sciacca di Filippo Cardinale e L’AltraSciacca. Il Forum sarà strumento di raccordo fra associazioni, movimenti e gruppi di impegno interessati a contribuire concretamente al dibattito sul termalismo a Sciacca e un presidio attivo di informazione e documentazione sulle Terme e, tramite i suoi rappresentanti, si proporrà come interlocutore di enti ed istituzioni. Oggi più che mai abbiamo la consapevolezza che l’impegno della società civile può rappresentare l’unica voce contro il silenzio assoluto abbattutosi sulla questione. Presto divulgheremo le modalità di adesione al Forum attraverso i mezzi di informazione.

In questa battaglia non siamo soli. Ad Acireale, città termale come la nostra Sciacca, già da tempo è nato il Forum permanente sulle Terme di Acireale “ORA O MAI PIU!’” (termediacireale.wordpress.com), promosso inizialmente dal Lions Club di Acireale e che oggi vanta ben 24 adesioni tra cui, appunto, il Corriere di Sciacca e L’AltraSciacca.

Abbiamo voluto far fronte comune con il Forum delle Terme di Acireale per dare forza all’iniziativa e cercare le risposte sul futuro delle nostre Terme siciliane con la certezza che non è con l’isolamento che si possono ottenere risultati migliori, come invece spesso hanno cercato di inculcarci alcuni politicanti in nome di un inutile campanilismo. Il futuro delle Terme di Acireale è strettamente legato a quello delle Terme di Sciacca. Perché non percorrere la strada insieme?

L’assurdo e “assordante” silenzio che grava sull’iter di privatizzazione delle nostre Terme è indice concreto di scarsa trasparenza delle manovre ad esso inerenti che stanno avendo luogo nei palazzi della politica e delle istituzioni. Nonostante le reiterate promesse di chiarezza e debita informazione ad oggi tutto tace, anzi quel che è stato detto durante i pochi incontri ufficiali è stato smentito da successivi atti delle amministrazioni regionali che si sono succedute in questi anni.

In occasione della campagna elettorale del 2009 che lo vide diventare Presidente della Regione, l’on. Raffaele Lombardo sottoscrisse un protocollo d’intesa che lo impegnava al rilancio ed al potenziamento della struttura termale di Sciacca, nonché alla scelta di una gestione manageriale adeguata con la salvaguardia della proprietà, che doveva rimanere in mano pubblica, e della rappresentatività del Comune di Sciacca in seno al nuovo organismo che sarebbe nato da lì a poco. Attendiamo ancora che tutto ciò si realizzi, come aspettiamo che l’assessore Armao venga a comunicarci le notizie sulla situazione attuale nella speranza che non siano smentite in seguito dai fatti, come troppo spesso è accaduto in passato.

La celeberrima “trasparenza degli atti amministrativi”, tanto decantata nei comizi elettorali, finisce sempre per rimanere verbo insoluto, mentre vuoi a Sciacca vuoi ad Acireale la vicenda delle Terme tiene col fiato sospeso tantissima gente.

Nell’ultimo numero del settimanale on-line L’Eco delle Aci.it, nell’articolo “Intero o spezzatino. Interrogativi su come privatizzare le Terme di Acireale.” sono posti diversi interrogativi dagli amici Acesi e, in particolare, dal prof. Rosario Faraci, che condividiamo in toto e che riproponiamo integralmente ma con riferimento alle Terme di Sciacca:

Il primo quesito è sicuramente il più importante.
L’affidamento della gestione ai privati avverrà mantenendo l’unitarietà del complesso aziendale o favorendo la sua frammentazione in funzione di aree funzionali distinte? Per usare due termini impiegati nel gergo giornalistico: intero o spezzatino?

Il secondo interrogativo è di natura contabile.
Qual è il valore reale dei cespiti aziendali delle Terme di Sciacca e quale potrebbe essere il prezzo di cessione ai privati? A questa domanda se ne associano altre.
Il prezzo di cessione dipenderà dal valore attuale – su cui interferisce pesantemente l’esito della liquidazione in atto – o dal valore prospettico che tali cespiti potrebbero avere?
In questo caso si dovrebbe tener conto degli investimenti: a farsene carico sarà il soggetto pubblico in fase di dismissione, o i privati, in fase di subentro?

La terza domanda riguarda la natura dell’attività da svolgere.
L’attuale modello di business delle Terme di Sciacca, orientato verso un termalismo tradizionale e convenzionato, è compatibile con i nuovi orientamenti del turismo della salute e del benessere termale rapidamente affermatisi sul mercato nazionale e internazionale?
Ove non fosse più proponibile, quali sarebbero i costi da sostenere per un suo adeguamento alle nuove esigenze di mercato?

Il quarto interrogativo è inerente ai rapporti con il territorio.
La programmazione del rilancio delle Terme di Sciacca – che spetta alla Regione proprietaria – avverrà in modo indipendente, o in qualche misura collegato, ad una progettualità del territorio (leggasi Comune e Provincia) sulla valorizzazione della vocazione turistica di questa area?

Il quinto quesito è di tipo tecnico-giuridico.
Dato che l’attuale società di gestione Terme di Sciacca SpA è in liquidazione, quale sarà il “contenitore” che gestirà le nuove Terme?
Si tratterà di una nuova società, di cui saranno azionisti la Regione (proprietaria dei beni demaniali) e i privati gestori?
O sarà soltanto una società privata cui la Regione affiderà in concessione la gestione degli stabilimenti e degli altri cespiti?

Nessuno si illuda di poter fare impunemente il proprio comodo in barba ai diritti dei Cittadini di Sciacca e di Acireale, perché non rendere giustizia al loro impegno ed alla loro battaglia, significherebbe voler commettere un delitto contro le future generazioni che ci porrebbero una sola domanda:

QUANDO TUTTO QUESTO SUCCEDEVA, VOI COSA STAVATE FACENDO?