2012/09/06

ARMAO CONVOCA RIUNIONE PER LUNEDI' 10 SETTEMBRE 2012

Invitati il Sindaco, il Direttore generale di Sviluppo Italia-Sicilia, il Commissario straordinario della Terme di Sciacca Spa e il Commissario Liquidatore dell'Azienda Autonoma delle Terme. Il Consiglio comunale discuterà l'argomento alla prossima seduta.
Tanto tuonò che piovve. L'assessore all'Economia, Gaetano Armao, ha convocato (con lettera data 4 settembre protocollo 5515) a Palermo, nel suo assessorato, il sindaco Fabrizio Di Paola, il Commissario Straordinario della Terme di Sciacca Spa, Carlo Turriciano, il Commissario Liquidatore dell'Azienda Autonoma delle Terme di Sciacca, Franco Valenti, il Direttore Generale di Sviluppo Italia-Sicilia.
La riunione è convocata alla ore 10,30. La convocazione segue la richiesta (citata nella lettera di Armao) del sindaco Fabrizio Di Paola che, giorni fa, aveva con determinazione richiesto la riunione.
La questione termale è stata riportata alla ribalta grazie al nostro giornale che non solo ha pubblicato una serie di articoli ed editoriali sulla questione relativa alla privatizzazione delle Terme, ma ha anche, in esclusiva, riportato ampi stralci dello studio effettuato dall'advisor Sviluppo Italia-Sicilia depositato lo scorso 9 luglio alla Regione. Studio che tutti sconoscevano, almeno a Sciacca.
Un forte sollecito da parte del Corriere di Sciacca sostenuto immediatamente dalla Cgil, Cittadinanzattiva, Tdm, Procuratori dei Cittadini di Sciacca, dall'ex sindaco Mario Turturici, dall'ex presidente del Consiglio comunale Filippo Bellanca, da Cantiere Popolare, dal consigliere comunale Giuseppe Ambrogio.


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Riportiamo uno dei tanti edioriali del nostro Direttore sulla questione termale. Questo è del 10 luglio 2012
Vi è un clima che denota tutta l’incertezza in cui il Paese Italia vive. Sciacca non può esimersi, certamente, da tale contesto. Stiamo vivendo un momento delicato che avrà indubbie conseguenze sul futuro assetto della nostra Città. Terme e Tribunale sono due strutture, certamente diverse per il loro scopo, ma fortemente radicate sul territorio. La prima rappresenta lo snodo cruciale per lo sviluppo sociale-economico e turistico della nostra Città. La seconda, è il presidio della legalità, necessario a dare spinta allo sviluppo sociale ed economico della nostra Città. Non vi è sviluppo economico se non vi è, sul territorio, ancorato il rispetto del diritto, della legalità, appunto. La classe politica deve rappresentare la cerniera che lega il territorio con le istituzioni centrali del nostro Paese, cioè il Parlamento e il Governo. Sede nelle quali i rappresentanti del popolo devono difendere gli interessi irrinunciabili della comunità.

Ma non basta. La classe politica ha necessità di essere spinta, a sua volta, dalla comunità stessa. Insomma, è un dovere dei cittadini far valere le necessità di un territorio, anche con enfasi. E’ qui che si apre una falla, proprio in quella paratia dovrebbe fare da scudo alle necessità del territorio. La falla appare in tutta la sua evidenza quando a difendere gli interessi del territorio deve essere la collettività a scendere in piazza. Alcuni esempi sono significativi. Difesa delle Terme e del Tribunale. In ambedue i casi, quando c’è stato bisogno di far sentire la solidarietà concreta in una battaglia intrapresa, non è stata, certamente, massiccia l’adesione della gente.

Al di là dell’impegno dei giovani, delle associazioni, la partecipazione popolare è stata deludente. Diciamocelo chiaro. Così non è stato, ad esempio, per protestare contro il mancato svolgimento del carnevale. In questa occasione, si è svolto un partecipato “funerale”, con tanto di seguito popolare e, addirittura, con la creazione di un inno. Qui sta la contraddizione. Se la classe politica merita severe critiche, non vi pare il caso che sia necessario un esame di coscienza da parte nostra, della cosiddetta gente, sul fatto che dimentichiamo che è nostro primo dovere difendere i nostri interessi? E’ la base che dovrebbe spingere la classe politica, l’impeto del dovere civico, del bisogno di difendere la collettività. Spesso, invece, è più comodo praticare uno sport comune: criticare al bar, ma mai impegnarsi con un atto di presenza quando vi è bisogno. Quanti cittadini hanno sentito bisogno di scendere in piazza, al seguito delle manifestazioni che sono state organizzate? Si è sentito il Tribunale come una “cosa di altri” e non del territorio, quindi da difendere, sacrificando un po’ del proprio impegno. Così è anche per la questione delle Terme. Quante invettive sono rivolte ai politici? Tante, e spesso giuste. Ma quando c’è stato il referendum per aggiungere al nome della nostra Città la sua risorsa principale, cioè Terme? Pochissimi elettori sono andati alle urne. Infatti, non si è raggiunto il quorum. E’ colpa, in questo caso, della politica? Non mi pare.

Le Terme stanno vivendo una fase molto delicata che è prossima alla stesura del bando di evidenza pubblica , da parte della Regione, per affidare a terzi la gestione delle strutture termali. Le Terme sono di proprietà della Regione e non del Comune. Questo è un dato di fatto. L’unica proprietaria ha il diritto di scegliere cosa e come fare. DI fronte questo muro, questo dato, rimane un percorso “diplomatico” da compiere. Bisogna trovare una corsia che porti il Comune di Sciacca ad avere un ruolo che gli consenta di avere percezione di ciò che succede. Parliamoci chiaro, il Comune non ha quote di partecipazione, seppure minoritarie, che gli consentono di fare la voce grossa. E’ amara verità, ma è la verità. Su questa scia, trovano credito e spazio le istituzioni della nostra Città, il Sindaco e il Consiglio comunale. Sono queste ad essere accreditate in modo incisivo. L’esito del bando per l’affidamento delle strutture termali sarà positivo tanto più i privati saranno sciolti da vincoli “politici”. Ossia presenza poco qualificate e imposte nel Consiglio di Amministrazione, assunzioni senza criteri basati sul merito e sulle esperienze. E’ chiaro che quando il privato si trova di fornte ai lacci della politica, preferisce dirottare gli investimenti altrove.

Il sindaco Fabrizio Di Paola sta seguendo l’unica strategia oggi possibile: il buon senso e il rispetto delle istituzioni cittadine. Il sindaco della città di Sciacca deve far valere il ruolo, ma soprattutto l’interesse della collettività. Cosa può ottenere? Di certo non la partecipazione diretta, anche se in piccole quote, nella gestione. Può, invece, ottenere, insieme alla Regione, un ruolo, di supervisione delle strategie che portino alla selezione del privato, un ruolo che consenta al Comune di vigilare se le linee aziendali di chi gestirà le strutture termali sono in linea con l’interesse del territorio. In parole povere, il Comune deve avere chiaro il percorso sul quale verrà incanalato lo sviluppo della Città, del territorio. La classe politica deve fare passi indietro rispetto alle ingerenze clientelari, questo è ovvio. E allora, su questa scorta, le istituzioni cittadine, sindaco e consiglio comunale, debbono lavorare all’unisono, a testa bassa nella consapevolezza di rappresentare davvero l’interesse legittimo di un territorio.

Ma bisogna fare chiarezza: non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena. Se si ritiene giusto che le istituzioni cittadine difendino le nostre strutture termali bisogna che la comunità offra il sostegno. Diversamente, è davvero paradossale che si pratichi lo sport del gettare fango, comunque. Se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre, qualunque cosa fai....  Vi ricordate la canzone di Antoine?


Fonte: corrieredisciacca.it

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