2012/05/26

CHIARO... LIMPIDO ... RECOARO!! LE TERME VICENTINE IN BRUTTE ACQUE



La storia delle terme vicentine, note sin dal 1600, sembra ripercorrere le tristemente note tappe delle terme di Sciacca. Purtroppo, una gestione pubblica, affidata quasi esclusivamente a personalità indicate dalla politica e quasi mai a personalità competenti, in grado di valorizzare le risorse termali e con uno spiccato istinto manageriale votato agli utili, fa sì che la gestione pubblica finisce per essere fallimentare. Gestione pubblica, che non solo mina l’attività delle Terme presenti sul territorio e grava rovinosamente sul bilancio, ma che preoccupa anche tutte quelle attività che ruotano attorno alle presenze turistiche. Ciò che è interessante sottolineare è la volontà da parte di diversi operatori economici recoaresi di chiedere a Venezia la gestione delle terme. L’idea è quella di costituire una società a partecipazione pubblica e privata, anche insieme al Comune. Sciacca, dal canto suo, non è nuova al coinvolgimento popolare: basti pensare che fu proprio la partecipazione pubblica attraverso obbligazioni di 500 lire ognuna che permise la costruzione dello stabilimento termale di via Agatocle. Quando, negli anni ‘50 la gestione passò alla regione, cominciò a venir meno tra gli abitanti quel senso civico di responsabilità nei confronti delle terme, che aveva le sue radici nel coinvolgimento popolare degli anni ’20. Chissà cosa ne pensano gli imprenditori turistici saccensi e se qualcuno ha provato a coinvolgerli: magari il destino delle terme, a qualcuno ancora interessa! 


Di seguito l'articolo completo tratto dal sito nuovavicenza.it

RECOARO, TERME IN VENDITA. UN FLOP TARGATO ABALTI 
Scritto da Giulio Todescan il 23 marzo 2012.

Per le terme di Recoaro la stagione turistica sta per iniziare nel peggiore dei modi. A due mesi dall’apertura della stagione gli operatori economici aspettano ancora un piano di rilancio, o almeno qualche idea per sopravvivere al 2012. La società Terme di Recoaro Spa, di proprietà della Regione Veneto, dal 2009 ha come amministratore unico il pidiellino Arrigo Abalti – anche consigliere comunale e provinciale a Vicenza, e dato come uno dei papabili per passare sulla barricata opposta, con Variati – che per l’incarico percepisce uno stipendio di 22.500 euro l’anno. Doveva rilanciare le fonti, ma è sempre più vicina la privatizzazione. Mentre per la gestione si fa avanti una cordata di volonterosi imprenditori locali.
Fare un bilancio dell’era Abalti vuol dire confrontare le parole (tante) e i fatti (pochi). Commercialmente, le terme sono un flop. Parlano i numeri di Terme di Recoaro Spa: nel 2010 chiude con un utile di 174mila euro che, scorporando il contributo straordinario della Regione di 1 milione di euro, si tramuta in una perdita di 825.248 euro. Il bilancio 2009 aveva chiuso in rosso per 507.844 euro. In un anno quindi si sono “persi per strada” 317.404 euro.
Le fonti rischiano di affondare come un piccolo Titanic nelle acque frizzanti della Conca d’oro, e la responsabilità è anche di una gestione tutta politica: «Qui tutte le cariche sono state gestite dalla Regione con criteri politici e non imprenditoriali» si mormora dietro le quinte a Recoaro. La Regione stessa, dopo aver finanziato per anni il pozzo senza fondo della Spa senza alcun risultato in termini di rilancio, sarebbe intenzionata a vendere: la messa all’asta è già stata ipotizzata nel luglio 2011.
La vera novità è che si sta formando una cordata di operatori economici recoaresi che vuole chiedere a Venezia la gestione delle terme. «Stiamo cercando di costituire una società a partecipazione pubblica e privata anche insieme al Comune – rivela Brigida Cornale, titolare dell’hotel Trettenero e già vicesindaco del paese – Abbiamo avuto una serie di incontri in Regione. Ma Venezia deve decidere che cosa fare: in molti sarebbero disposti ad entrare nella gestione diretta». Abbiamo chiesto conferma al sindaco Franco Perlotto con un’intervista, ma dopo giorni di tira-e-molla si è negato.
Intanto fra gli albergatori monta la rabbia: «C’è grossa preoccupazione per l’inizio della stagione, che parte a maggio – continua Brigida Cornale – Le presenze già l’anno scorso erano in calo e quest’anno andiamo ancora peggio. E’ passato un anno e le terme sono ancora impresentabili: le frane, le autorimesse crollate, problemi che esistono dal 2010». Accusa direttamente Abalti il presidente del mandamento Ascom di Recoaro, Enrico Soprana: «L’ultimo incontro con Abalti e la Regione c’è stato a fine 2011, poi più nulla – dice – Non sappiamo più chi gestisce cosa. Da Abalti non abbiamo più sentito niente, nessun incontro. La situazione è drammaticamente arenata. La gente inizia a telefonare agli hotel: cosa sarà aperto quest’estate, chi gestirà le fonti?». Ascom teme la svendita a qualche grosso gruppo “foresto”: «Se entrano dei privati deve essere coinvolta l’amministrazione comunale di Recoaro – spiega Soprana – Sarebbe assurdo che comprasse tutto un investitore che non conosce il territorio».
L’ultimo buco nell’acqua è quello della psoriasi: curare della malattia della pelle con le acque di Recoaro sembrava la via della salvezza, secondo Abalti. Nel 2009 parte la sperimentazione, durata tre anni. 80 volontari scelti dall’associazione di malati Assomade vanno a Recoaro per testare l’acqua termale, a sovraintendere il tutto è il prof. Cleto Veller Fornasa, primario di dermatologia al San Bortolo di Vicenza. I malati vengono ospitati gratuitamente dall’associazione albergatori, che stanzia 70 mila euro. Altri 200 mila li mette la Regione, 30 mila la Provincia. Oggi il progetto si rivela come l’ennesimo flop. «La sperimentazione è finita, ma gli amministratori delle Terme non si sono più fatti vivi con me – dice il prof. Veller Fornasa – Devono ancora pagare parte di medici e infermieri, non hanno mantenuto i patti». Non si sa nemmeno se la sperimentazione è andata a buon fine. E gli albergatori rimangono alla finestra: «Non sappiamo se abbiamo investito in una cosa seria o no – dice Brigida Cornale – Bisogna iniziare a concretizzare, o sarà troppo tardi».
Ma è solo uno dei progetti lanciati da Abalti e poi finiti nel nulla: nel bilancio 2010 troviamo uno studio preliminare paesaggistico redatto dagli architetti Byrne e Ribas (46 mila euro, cifra che comprende anche il nuovo sito e i nuovi depliant), e altri 20 mila euro dati all’Università di Verona per lo studio di un piano di rilancio turistico. Entrambi i progetti sono rimasti sulla carta. Mentre i ricavi sono in calo, assestati a 567 mila euro, 19 mila in meno rispetto al 2009.
Intanto il vicentino assessore regionale al turismo Marino Finozzi (Lega Nord) ha staccato un nuovo assegno da 387 mila euro al consorzio provinciale di promozione turistica “Vicenza è” diretto da Vladimiro Riva, che annuncia: «Il 30 marzo presenteremo il piano di rilancio turistico con presenze nelle radio e nelle tv, nuova segnaletica, per rinnovare l’immagine complessiva di Recoaro, non solo delle terme». Il rischio è che i turisti si trovino di fronte a un mucchio di ruderi.

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